Da “Lettere di condannati a morte della Resistenza Italiana”

25 Apr 2020 | Zap

I CONTADINI E I BRACCIANTI

TOMMASO MASI
diciannovenne di Castelnuovo Berardenga. Abbandona il 5° Reggimento Bersaglieri e combatte nella Div. Garibaldi ‘Spartaco Lavagnini’. Catturato dai militi della Guardia Nazionale Repubblicana. Fucilato a Siena il 13.3.1944.

Cari genitori e famiglia,
giorno 14 mi trovo in questa situazione oggi stessa mi hanno fatto il processo e mi hanno condannato a morte ormai ho dovuto farmi di questa convinzione non ci sarebbe stato cavassela ma ormai mi sono messo il cuore verso questa grassia ma dopo attutto ho fatto la Confessione Comunione.
Cari genitori,
datevi coraggio perché ormai mi era destinata non si scancella io vi chiedo perdono che rimarrete dispiacenti.
Cari genitori ora vi dico addio ci rivedremo in paradiso ora bacia tutta la famiglia.
Per fortuna mi ha sistito mio Capellano
Il vostro figliolo
Tommaso Masi

ERASMO VENUSTI ( Firpo)
Di anni 22, bracciante, nato a Calestano (Parma). Catturato in combattimento contro reparti tedeschi nell’aprile 1944. Fucilato il 4 maggio ’44 con altri tre partigiani.

Cari compagni ,
Questi fascisti ci vogliono uccidere a ogni costo ma io muoio volentieri per la Patria libera.
Erasmo.

I MILITARI

FRANCO BALBIS ( Francis) 
Anni 32, Capitano d’artiglieria, combattente a El Alamein e in Croazia, pluridecorato al Valor militare. A Torino, entra nel movimento clandestino all’indomani dell’8 settembre. Arrestato il 23. Marzo 1944 da elementi del Fascio Repubblicano. Fucilato il 5.4.1944.

(…) Babbo adorato, mamma adorata,
la Divina Provvidenza non ha concesso che io offrissi all’Italia sui campi d’Africa quella vita che ho dedicato alla Patria il giorno in cui vestii per la prima volta il grigioverde. (…)
Lascio nello strazio e nella tragedia dell’ora presente i miei Genitori, dai quali ho imparato come si vive, si combatte e si muore. (…)
Possa il mio grido ‘Viva l’Italia libera’ sovrastare il crepitio dei moschetti che mi daranno la morte; per il bene e l’avvenire della nostra Patria e della nostra Bandiera, per le quali muoio felice!
Franco Balbis.

GLI OPERAI

LUIGI MIGLIAVACCA (Ombra)
Combattente della 155° Brigata Garibaldi, catturato a Torino da elementi della Questura. Fucilato il 23.1.1945.

Carissima signorina Odetta e Beppino,
(…) siate forti nel ricevere questa mia ultima lettera, come lo sono io andando davanti al plotone dei luridi fascisti che mi fucileranno (…) non mi perdo d’animo perché sono fiero d’aver combattuto per la causa comune (…) Dunque cara e adorata mamma, cerca anche te di essere fiera d’aver dato un figlio per la libertà della classe operaia e che ha combattuto senza scrupolo fra le gloriose brigate Garibaldine (…)
Il tuo
Luigi.

I POSSIDENTI

GIAN RANIERO DE CALBOLI GINNASI
Nato a Forlì nel 1892. Dopo l’8 settembre salva nella propria villa militari sbandati, soldati evasi e partigiani. La moglie Pellegrina assiste ebrei incarcerati. Arrestato dalla Guardia Nazionale Repubblicana e fucilato il 14.8.1944. La moglie sarà fucilata all’aeroporto di Forlì il 5 settembre seguente.

Cara Pellegrina,

ecco giunto il mio ultimo momento (…) io sono calmo e sereno (…) Coraggio. Fai coraggio a Papà a Mammà e sii cara sorella a Lilla (…) Perdoniamoci di cuore tutte le colpe per amore di Gesù. (…) Dì a Cosimo che non l’ abbandono, ma che anzi se saprà pregare , mi sentirà più che mai vicino, sempre.(…)
E ora vi lascio – ma non vi lascio, stringo tutti voi in un abbraccio che non si scioglierà mai più. (…)
Abbiate fede e sappiate perdonare , tutto a tutti.
Con amore sempre il vostro
Gian Raniero

I PRETI

Don ALDO MEI
anni 32, Vicario foraneo di Lucca, salva renitenti alla leva e perseguitati politici, dà assistenza religiosa ai partigiani.. Arrestato dai tedeschi per aver nascosto un giovane ebreo. Fucilato fuori Porta Elisa il 4.8.1944.

Babbo e Mamma,
state tranquilli – sono sereno in quest’ora solenne. In coscienza non ho commesso delitti. Solamente ho amato come mi è stato possibile. Condanna a morte – 1° per aver protetto e nascosto nn giovane di cui volevo salvare l’anima. 2° per aver amministrato i sacramenti ai partigiani, cioè avere fatto il prete. Il terzo motivo non è nobile come i precedenti – aver nascosto la radio.
Muoio travolto dalla tenebrosa bufera dell’odio, io che non ho voluto vivere che per l’amore! ‘Deus caritas est’ e Dio non muore. Muoio pregando per coloro che mi uccidono (…) che il Signore accetti il sacrificio di questa piccola insignificante vita in riparazione di tanti peccati – e per la santificazione dei sacerdoti (…)
Il povero don Aldo Mei, indegno parroco di Fiano.

GLI INSEGNANTI

RENZO SCOGNAMIGLIO ( Gualtiero)
di anni 23, insegnante di Liceo, nato a Torino. Dalla primavera ’44 partigiano combattente della VI divisione Alpina Canavesana. Catturato da elementi della Div. ‘Folgore’ il 19, fucilato senza processo il 23.3.1944.

Mammina mia tanto cara,
per l’ultima volta ti abbraccio col cuore straziato.
A te sola chiedo perdono ma assicurati che il tuo figliolo muore innocente e da partigiano. Ho amato tanto questa Italia martoriata e divisa ed anche se apparentemente oggi pare di no, cado per il mio Paese. Salutami (…)tutti gli amici di Torino (…)
Mammina abbi coraggio e soprattutto fede e quando il babbo tornerà dalla prigionia gli dirai che l’ho ricordato nell’istante supremo.
Con lui passerai gli ultimi anni tranquilli ed io dal Cielo pregherò per voi ed a voi sarò sempre vicino.
L’ultimo Bacio dal tuo
Renzo.

IGNAZIO VIAN ( Ignazio, Azio)
di anni 27, insegnante a Roma. comandante dei gruppi che combattono a Boves. Arrestato a Torino in seguito a delazione. Impiccato senza processo il 22 luglio ’44. Medaglia d’oro al Valor militare.

meglio morire che tradire.
( parole scritte con il sangue sul muro della cella)

GLI STUDENTI

GIORDANO CAVESTRO ( Mirko)
anni 18, nato a Parma. Studente di Scuola media. Anima d’un bollettino antifascista che dopo l’8 settembre diventa centro organizzativo della Resistenza nel parmense. Catturato in un rastrellamento di tedeschi e fascisti il 7.4.1944. Fucilato per rappresaglia il 4 maggio seguente.

Parma, 4.5.1944

Cari compagni,
ora tocca a noi.
Andiamo a raggiungere gli altri tre gloriosi compagni caduti per la salvezza e la gloria d’Italia.
Voi sapete il compito che vi tocca. Io muoio ma l’idea vivrà nel futuro luminosa, grande e bella.
Siamo alla fine di tutti i mali. Questi giorni sono come gli ultimi giorni di vita d’un grosso mostro che vuol fare più vittime possibile.
Se vivrete tocca a voi rifare questa povera Italia che è così bella, che ha un sole così caldo, le mamme cosi buone e le ragazze così care.
La mia giovinezza è spezzata ma sono sicuro che servirà da esempio.
Sui nostri corpi si farà il grande faro della libertà
Giordano.

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